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the Giver-Il Donatore di Lois Lowry

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GreeNYelloWALE
view post Posted on 29/4/2010, 15:50




CIAO
a tutti!!XD
vi presento l'ultima mia lettura!! The giver... ve lo consiglio caldamente.. bellissimo!

Trama:
Jonas ha dodici anni e vive in un mondo perfetto. Nella sua Comunità non esistono più guerre, differenze sociali o sofferenze. Tutto quello che può causare dolore o disturbo è stato abolito, compresi gli impulsi sessuali, le stagioni e i colori. Le regole da rispettare sono ferree ma tutti i membri della Comunità si adeguano al modello di controllo governativo che non lascia spazio a scelte o profondità emotive, ma neppure a incertezze o rischi. Ogni unità familiare è formata da un uomo e una donna a cui vengono assegnati un figlio maschio e una femmina. Ogni membro della Comunità svolge la professione che gli viene affidata dal Consiglio degli Anziani nella Cerimonia annuale di dicembre. E per Jonas quel momento sta arrivando...


La mia opinione:
Il romanzo The Giver è difficile da inquadrare in un genere preciso. Potremmo dire che è un romanzo fantascientifico per young adult ma è meglio considerarlo come un romanzo distopico come 1984 di George Orwell.


Dopo una meravigliosa prefazione di Tommaso Pincio sfido chiunque a non continuare la lettura per immergersi completamente in una concezione diversa di mondo, di civiltà, di vita...


La società in cui vive Jonas è una società perfetta dove nessuno conosce la guerra, l'odio, le malattie, la fame e il dolore. Dove i bisogni del singolo vengono ampliamente soddisfatti ma allo stesso tempo per raggiungere questo livello di armonia e comunione i desideri delle persone sono stati soffocati in nome del bene comune. Gli "impulsi" cioè i naturali istinti sessuali, sono repressi sin da bambini e le emozioni e i sentimenti sono cose sconosciute. Il motore di questa società futuristica è infatti una meticolosa organizzazione della vita di ogni elemento. Le numerose unità familiari sono composte da due genitori e due figli, un maschietto e una femminuccia. Le coppie, come i figli vengono accuratamente scelti e accoppiati con scrupolosità da un consiglio di anziani. Giacchè gli impulsi sono banditi e repressi, i figli non sono biologici ma sono la prole di un gruppo ristretto di donne chiamate "partorienti" che per 3 anni hanno il compito di partorire 3 figli. Dopo di chè vengono mandate a svolgere duri lavori manuali perchè mal viste dalla comunità.

Jonas è un bambino apparentemente come gli altri. Ha 11 anni e si accinge a compierne 12. Un momento fondamentale in cui per ogni bambino della comunità viene scelta la sua professione da adulto. Jonas però è speciale. Ha gli occhi chiari come pochi altri hanno e alle volte vede le cose distorte ma non ne capisce il motivo. Alla cerimonia dei dodici, da lui tanto attesa, scopre di essere il nuovo Accoglitore di Memorie che riceverà dal donatore ciò che di più prezioso era stato tolto alla comunità: la sua storia.
Fatta di memorie che cn un solo tocco il Donatore trasmette a Jonas. Dapprima solo felici, spensierate, fatte di nuove senzazioni e finalmente i Colori. Ecco ciò che Jonas vedeva che gli altri non riuscivano a percepire: i colori delle cose. Questa esperienza però comincerà a diventare più dura da sopportare quando Jonas comincerà a scoprire perchè le comunità hanno scelto l'Uniformità alla possibilità di Scelta.

"Molto tempo fa, gli uomini fecero una scelta: scelsero di passare all'Uniformità. Rinunciarono ai colori, così come al sole e alla neve e a tutte le altre differenze. Abbiamo acquisito il controllo di molte cose, ma ne abbiamo perse altrettante."

Perchè in un mondo precedente quando ognuno era libero di scegliere c'era il Dolore. Fisico, mentale, in qualunque forma... ma sempre dolore.

"Aveva provato il dolore. E sapeva che, per quelle emozioni, non esisteva conforto immediato. perchè le vere emozioni scavano in profondità e non c'è bisogno di parlarne. Si sentono e basta."

"Jonas non voleva tornare nella stanza dell'Annesso. Non voleva le memorie, nè l'onore, nè la saggezza; e non voleva il dolore. Rivoleva la su infanzia, le ginocchia sbucciate e i giochi spensierati."

Durante il primo hanno Jonas capisce che le persone devono conoscere le memorie e che devono avere la possibilità di scelta. Jonas vuole fuggire dalla sua comunità. Jonas vuole fuggire Altrove.

"A volte vorrei che ricorressero più spesso alla mia saggezza... ci sono tante cose che potrei dire, tante cose che vorrei cambiare. Ma loro non vogliono cambiare. La vita che hanno scelto è così ordinata, così prevedibile... così indolore."

Quello che Lois Lowry vuole comunicare attraverso questo libro non è quindi un inno alla ribellione come molti hanno affermato ma contro l'Omologazione. L'autrice si immagina una società che ha gradualmente sacrificato la diversità per sconfiggere il dolore e il male. Una società però che produce uomini e donne che non hanno possibilità di scelta. Quello che indirettamente Lois Lowry ci chiede è se vale veramente la pena cercare la perfezione se quello che perdiamo per ottenerlo è così tanto.
"La comunità dove aveva trascorso tutta la vita giaceva addormentata alle sue spalle: all'alba si sarebbe svegliata per riprendere la solita vita ordinaria, senza scosse. La vita dove nulla era inatteso. O scomodo. O sgradevole. La vita senza colore, dolore, senza passato."

"Papà... Mamma..." si azzardò a chiedere dopo il pasto serale "vorrei domandarvi una cosa".

"Che cosa, Jonas?" chiese Papà.
Jonas si costrinse a pronunciare le parole, pur sentendosi avvampare d'imbarazzo: le aveva provate e riprovate mentalmente tornando dall'Annesso.
"Voi mi amate?"
Seguì un momento di silenzio impacciato, poi a Papà sfuggì una risata. "Jonas. Proprio tu! Precisione di linguaggio, per piacere!"
"Che vuoi dire?" chiese Jonas. Tutto si era aspettato, fuorchè una reazione divertita.

"Papà vuol dire che hai usato un termine troppo generico, così privo di significato da essere caduto in disuso" gli spiegò Mamma.
Jonas li fissò allibito.
Privo di significato?

Non aveva mai provato qualcosa che avesse più significato di quella memoria.
"E naturalmente la nostra Comunità non può funzionare correttamente, se non si usa un linguaggio preciso. Perciò puoi chiedere "provate piacere a stare con me?" e la risposta è sì" proseguì sua Mamma.
"O" suggerì Papà ""siete fieri dei miei risultati?" e di nuovo la risposta è sì".
"Capisci perchè non è appropriato usare il termine "amore"?" chiese Mamma.
Jonas annuì. "Sì, grazie, lo capisco" rispose lentamente.
Quella fu la prima volta che mentì ai genitori.


Un libro speciale che ti fa riflettere. Bello bello bello. Il secondo libro che leggo di questa collana della giunti e devo dire che hanno fatto delle scelte azzeccatissime!
Consigliato!
 
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