zuddas |
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| Caro Anemon/Paolo, Ho letto anch'io il ciclo di Dune, quando fu pubblicato dalla casa editrice a cui collaboro. Non sapevo che ci fossero appassionati ancora attivi in rete. Ma... be', cosa vuoi che ti dica. La loro idea di tradurre e poi pubblicare in modo dilettantesco dei romanzi americani era chiaramente un'iniziativa destinata a morire ancor prima di nascere. Troppi sono gli ostacoli. Gli scrittori americani sono dei professionisti che non scherzano, e si affidano a degli agenti che vogliono vedere il colore dei soldi. Bisogna firmare contratti, organizzarsi, investire altro denaro nella stampa, e poi convincere un distributore a distribuire il libro in un numero decente di librerie, tutte cose già difficilissime per le piccole case editrici, e assolutamente impossibili per dei dilettanti. Ma non chiedermi se sia giusto o no interrompere una serie già cominciata, e lasciare delusione e rabbia nei lettori. Io so che il personale delle case editrici è composto da persone oneste e sensibili; spesso sono loro stessi scrittori, o appassionati di letteratura. Sovente lo sono anche i proprietari, cioè quelli che prendono decisioni così impopolari in base alle vendite. Voglio dire, non è che si divertano a deludere i lettori, mentre sono troppo occupati a contare i soldi per pensare ad altro. Qualche anno fa si credeva che in Italia il libro fosse finito, e tutte le case editrici destinate a chiudere. Ci furono fallimenti a catena, e schiere di impiegati e traduttori restarono senza lavoro. Poi il potere passò nelle gelide mani dei ragionieri, e tutti si lamentarono che i ragionieri erano dei bastardi senza cuore. Ma i ragionieri riuscirono (e riescono ancora) a far sopravvivere molte case editrici. E oggi si dice che i giovani leggano di più, e c'è una ripresa del libro. Ciao.
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