Io mi sono accostata (beh, si fa per dire, ho letto solo "Intervista col vampiro") alla Rice su insistenza di un'amica *diciamo che è stato uno scambio/patto ^^*, perché prima... non so, onestamente le storie di vampiri non mi attraggono granché (okay, a parte Dracula di Bram Stoker, che punto sempre in libreria e che, prima o poi - chissà quando
- mi deciderò ad acquistare), in più un'altra amica mi diceva sempre peste e corna di tale autrice...
Beh, devo dire che "Intervista" mi è piaciuto, è vero che in alcuni punti rallenta molto, ma ho trovato molti (non tutti, ad onor del vero ^^'') di questi punti funzionali alla caratterizzazione di personaggi fondamentalmente più complessi di quel che appaiono (non semplicemente "dannati", ma dei dannati che combattono ancora con qualcosa di... stranamente umano). Diciamo che Louis ne è l'esempio fondamentale, in questo primo libro.
Mi sono fermata lì per vari motivi - ci sono serie e libri che mi prendono di più e, soprattutto, se compro un altro libro mia madre o mia sorella mi cacciano dalla stanza
-, anche se devo dire che leggerei - e prima o poi lo farò ^^ - volentieri almeno il "primo" seguito (che, se non sbaglio, è "Scelti dalle tenebre"... giusto?
), anche perché il personaggio di Lestat mi ha incuriosita.
Però, è vero, in alcuni punti la Rice può apparire più pesante di altri; credo sia perché in molti di tali punti l'introspezione si mescola quasi indissolubilmente ad una sorta di filosofia, o perlomeno è stata questa la prima cosa che ho pensato, leggendo "Intervista"
.
Ah, il film lo vidi con degli amici in VHS ai tempi del ginnasio... ma non mi ricordo assolutamente nulla di nulla XD *mi sa che c'eravamo distratti
*