Kushiel's Legacy ~ Jaqueline Carey's Saga First Italian Forum {Since 27-12-07}

Recensione Del Libro, di Chiara Codecà

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Alexiel Mihawk
view post Posted on 10/1/2008, 22:20




In questo secondo romanzo del Ciclo di Kushiel incontriamo nuovamente Phèdre no Delaunay, cortigiana del regno di Terre d'Ange e prescelta di Kushiel, lo spietato angelo della giustizia. Il libro si apre dove il primo aveva concluso e continua come se ci fossimo appena lasciati, raccontando di come Phèdre scelga di tornare al servizio del suo paese sfruttando le due cose che sa fare meglio: la spia e la cortigiana. Avendo saputo che un antico nemico è nuovamente all'opera, la giovane donna si mette in caccia per anticipare e fermare una cospirazione con radici molto vicine al trono. La ricerca della verità porterà Phèdre in un viaggio sia personale che geografico attraverso mezza Europa, allontanandola da ciò che ha di più caro e costringendola a venire a patti con i lati oscuri della propria natura.



In questo secondo capitolo Jacqueline Carey non delude le aspettative dei lettori che si sono avvicinati al mondo misterioso e sensuale di Terre d'Ange, terra di un immaginario rinascimento europeo dove gli dei, le loro lotte e i loro desideri sono una realtà tangibile.

Per qualità narrativa La Prescelta e l'Erede è migliore del suo predecessore, già ottima prova. La Carey si conferma un'autrice di valore, capace sia nella descrizione delle situazioni che nel tratteggio dei personaggi. Ancor più importante, le va riconosciuta un'estrema abilità nel tenere le fila di un'epopea di grande respiro che si sviluppa attraverso quattro paesi — con relativi usi, costumi e società — senza disperdersi o impoverirsi. Ogni avvenimento è funzionale agli sviluppi della storia, ogni nuovo incontro o luogo ha un significato preciso. Anche le descrizioni sessuali piuttosto esplicite su cui la scrittrice indugia sono motivate e quasi necessarie, viste la natura e l'occupazione della protagonista.



Appassionata d'arte e di viaggi, la Carey ha sfruttato queste sue passioni nella scrittura, dando alle terre inventate del suo mondo un'intrinseca credibilità. Ad esempio, parte del romanzo è ambientato nel regno de La Serenissima, una (quasi) dichiarata copia di Venezia ai tempi delle Signorie italiane. Allo stesso modo ognuno dei paesi visitati da Phèdre è la variazione sul tema di uno realmente esistente, dalla Francia alla Grecia.

I personaggi — vecchi e nuovi — sono complessi e affascinanti. Ancora una volta un plauso particolare va alla creazione di Phèdre, sicuramente una delle protagoniste più atipiche del fantasy. La cortigiana masochista mossa da fervore religioso evolve rispetto al primo romanzo del ciclo, Il Dardo e la Rosa, ma non cede alla tentazione di mutare troppo e troppo in fretta. Ad un occhio distaccato il suo personaggio è tanto assurdo da essere surreale, eppure, incredibilmente, funziona. E anche molto bene.



Il frasario ricercato e preciso utilizzato dalla scrittrice (e reso discretamente dalla traduzione di Elisa Villa) è estremamente importante per la resa della storia. I singoli termini, le frasi brevi e d'impatto, creano un crescendo di tensione che, un tassello dopo l'altro, esplode nei punti salienti del romanzo. Abbastanza sorprendentemente, questi sono più di uno e non si risolvono solo nel finale. E qui la tecnica della Carey è al suo meglio. Si veda la scena a La Dolorosa, ad esempio: più che descrizioni sono dei colpi di maglio.



La Prescelta e l'Erede è lungo 750 pagine non perché l'autrice tiri in lungo una storia che potrebbe essere chiusa meglio 80 pagine prima, ma perché c'è abbastanza materiale da riempire tre romanzi. Incisiva e originale, la storia di Phèdre, Joscelin e del regno di Terre d'Ange si conferma una lettura interessante.

 
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Kit05
view post Posted on 1/2/2008, 22:45




Riposto il commento che avevo già lasciato a questa stessa recensione :lol:

Attenzione contiene SPOILER su "La Prescelta e l'Erede".









Mi trovo sostanzialmente d'accordo con quanto detto nella recensione. Nella mia precedente valutazione de Il Dardo e la Rosa avevo scritto che poteva rivelarsi una scelta azzardata quella della Carey di imbastire una trilogia (e più precisamente un sequel) su un libro che si sarebbe benissimo potuto concludere senza la fuga di Melisande e non perdere nulla del suo valore. Una scelta azzardata, ma la Carey con questo secondo volume vince la sua sfida.
La Prescelta e l'Erede riprende e ricalca degli eventi già visti (l'implicazione di Melisande in qualche piano per rovesciare il trono, la ricerca di informazioni tramite il "dono" di Phedre, l'incontro chiave con Melisande, la perdita della libertà, il viaggio tra un popolo barbaro, l'aiuto chiave di un'altra popolazione, il salvataggio in extremis di una situazione "drammatica"), eppure tutto è diverso. Il grande pregio che la Carey mette in mostra, imo, è proprio questo suo riuscire a "re-inventare" se stessa. Utilizzare gli stessi elementi, ma creare qualcosa di completamente originale.
A livello di trama, questo secondo romanzo è altamente avvincente. La partita a scacchi con Melisande è più pronunciata che nel primo libro. E quando finalmente avviene il fatidico incontro, il lettore non può che congratularsi con l'autrice per la sua genialità. E' ovvio che Melisande sia la nuova moglie di Benedicte, è ovvio fin dal primo libro che il suo scopo sia quello di arrivare al trono e non c'è modo più semplice e diretto che sposare il prozio della regina. Senza contare degli avvertimenti che Phedre stessa riceve al tempio. Ovvio, appunto. Eppure capace di sorprendere comunque il lettore.
L'evolversi degli eventi è sempre avvincente e mai sembra che la narrazione venga protratta più a lungo del necessario.
Un punto sicuramente di merito di questo libro è, poi, la crescita e la personalità di Phedre (e, seppure vista solo di riflesso di Joscelin). Se nel primo libro, nonostante le sofferenze affettive per la perdita di Delaunay e Hyacinthe siano presenti, è quella fisica che viene maggiormente sottolineata, ma allo stesso tempo quasi raccontata con distacco dalla protagonista, tanto da creare una sensazione quasi irreale nel lettore (una protagonista che narra, ma che non "partecipa" agli eventi), nel secondo il maggior peso dato alla sofferenza dell'anima, al tormentato e impossibile rapporto con Joscelin, riesce ad avvicinare maggiormente il lettore al dolore di Phedre. Forse è perché è più facile immedesimarsi nel dolore emotivo patito da Phedre e da Joscelin piuttosto che quello fisico, ma ho trovato la narrazione in questo secondo volume molto più "sentita".
L'epicità è diversa rispetto al primo libro. Non ci sono più (vere) guerre in campo aperto e la fuga (sia dalla prigione che sulla nave illirica) è ben diversa che quella dagli Skaldi, eppure il pathos non manca.
Se devo trovare dei difetti direi il troppo ripetere i fatti avvenuti nel primo libro (può essere utile rinvangarli per chi legge il seguito a mesi/anni di distanza dal primo volume, ma per me che l'avevo letto pochi giorni prima risultava parecchio noioso) e la forzata apertura verso la terza puntata. Così come per il Dardo e la Rosa, anche questo romanzo poteva essere un ottimo autoconclusivo, ma rimettendomi alle mani rivelatesi capaci della Carey spero che anche il terzo non deluda.
 
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galatina
view post Posted on 9/3/2008, 14:37




Sono sostanzialmente d'accordo con la recensione e con quanto detto da Kit. Il libro è più maturo, vi è una crescita sia di Phèdre sia di Joscelin (adoro quest'uomo). Il merito principale lo trovo questo
CITAZIONE
La Prescelta e l'Erede è lungo 750 pagine non perché l'autrice tiri in lungo una storia che potrebbe essere chiusa meglio 80 pagine prima, ma perché c'è abbastanza materiale da riempire tre romanzi.

Troppo spesso mi sono capitate storie annacquate e tirate per le lunghe, mentre con la Carey non ho MAI avuto quest'impressione.
 
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2 replies since 10/1/2008, 22:20   204 views
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