| La saga di Imriel mi è piaciuta poco, decisamente meno della precedente. Anche la traduzione ha contribuito. Con Zuddas ho già avuto occasione di scambiare opinioni. Non mi è venuto di scappellarmi nè in passato nè ora di fronte alla personalità. D'altronde il suo comportamento del tutto normale non ha animato in me l'impulso a genuflettermi. Atteggiamento che comunque non mi appartiene. Mi indispone invece il servilismo di chi si sdilinquisce, la codardia di chi nasconde il proprio pensiero dietro barricate di insinceri complimenti e cumuli di giustificazioni che precedono il "ma". Di scrittori pomposi ne abbiamo a bizzeffe in Italia, quelli si che pretendono la mano davanti agli occhi perchè noi semplici umani non restiamo accecati alla loro vista. E sciacquiamoci la bocca prima di parlare, e sciacquiamoci il ditino prima di premere il tasto invio e disturbare Sua Scrittosità! Ma qui abbiamo uno scrittore e traduttore umanamente equilibrato, approfittiamone per toglierci il bavaglino e smettere di sbrodolare. Gli scrittori, i traduttori, le case editrici, nessuno di loro discende dall'olimpo, che scrivo minuscolo. Per quale motivo dovrei gioire se la casa editrice mi risponde? Forse perchè "sono persone simpatiche e intelligenti" e quindi una loro replica rende me una persona più degna? Sono solo mestieri, a volte professioni, retribuiti più o meno bene. Compro un libro che non mi soddisfa perchè è di qualità scadente. La simpatia della casa editrice, i suoi guai economici, le carie dolenti del correttore di bozze, l'alluce valgo del grafico, il lutto che ha colpito il corriere che doveva consegnare le bozze, il guasto del fax, l'insonnia dello scrittore: mi riguarda?
Mettere la faccia o no: questo non è il mio mestiere, se fossi un critico mi firmerei, esattamente come mi firmo quando intervengo in discussioni che riguardano la mia professione. Perchè ci metto la mia competenza e rispondo civilmente e penalmente dei pareri e dei consulti e dei giudizi che fornisco. Ma qui sono un semplice utente che con il romanzo ha acquistato anche il diritto di dire, alla fine "non mi è piaciuto", "la traduzione non mi è piaciuta". Senza dover aggiungere un trattato esplicativo del perchè. Nel mio paese hanno costruito una schifezza architettonica chiamandola sala polifunzionale. E' un pugno in un occhio e lo penso e lo dico ogni volta che ci passo davanti. Non mi sento in dovere di prendere il diploma da geometra per poter affermare il mio semplice, quanto inutile, parere di cittadino. E se domani l'ingnegnere che l'ha progettato mi telefonasse per dirmi "hey perchè non dai un'occhiata al progetto del mio prossimo palazzo così mi dici cosa ne pensi e se a tuo parere ci sono delle correzioni da fare" terrei per me il vago sospetto di esser presa per i fondelli ma non resisterei a replicare "offellè fa 'l tò mestè!". Stiamo seriamente guardando la ballerina che, sentendo i nostri mugugni, scende dal palcoscenico e ci chiede suggerimenti su come deve danzare? Zuddas è un professionista, sa fare il suo lavoro, non ha bisogno dei nostri consigli. Eppure non solo li accetta, li chiede pure! Mi hanno operata ad un'articolazione pochi giorni fa. E se il chirurgo ad un tratto avesse tirato giù il telo dicendomi "lei che ne pensa, è meglio se taglio qui o qui?". Probabilmente starei ancora correndo per strada, in camice e pattine, con la flebo attaccata, l'infermiera e l'anestesista al seguito che cercano di riacchiapparmi. Col cavolo! Zuddas è un traduttore esperto, sa il fatto suo e sa anche che il suo cliente è la casa editrice, non certo io lettore. E prima che qualcuno obietti sulla soddisfazione de cliente, la Nord ha già ampiamente dimostrato quanto conta la soddisfazione del cliente rispetto al fatturato, segando a capocchia questa disgraziata trilogia. Il traduttore ha fatto il suo lavoro, poteva venir meglio o peggio. C'entra il tempo, il compenso, lo stile, la luna, quel che sia. E' un lavoro che ha avuto un inizio e una fine, si può rinnegarlo o difenderlo o entrambe le cose. Ma chiedere consiglio al pubblico, quasi fosse un televoto, farà pure guadagnare in simpatia, ma non è rassicurante sotto il profilo della competenza. Visto che la competenza non manca non mi resta che la teoria del biscottino per far scodinzolare il cane e tenerlo buono. Aggiungerei "senza offesa" ma sono sol un potenziale cliente, non ho il potere di offendere, solo quello di non comprare. E alla fine questo sul mercato conta assai di più.
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